Mortalità a lungo termine dopo riduzione della pressione arteriosa e trattamento ipolipemizzante nei pazienti affetti da ipertensione: ASCOT Legacy Study


Nei pazienti con ipertensione, gli effetti a lungo termine per la mortalità cardiovascolare e per tla mortalità per qualsiasi causa di diversi regimi per l’abbassamento della pressione arteriosa e di trattamenti ipolipemizzanti non sono stati ben documentati, in particolare negli studi clinici.

ASCOT ( Anglo-Scandinavian Cardiac Outcomes Trial ) Legacy Study ha riportato i risultati di mortalità dopo 16 anni di follow-up dei partecipanti britannici allo studio originale ASCOT.

ASCOT era uno studio multicentrico randomizzato. I pazienti con ipertensione abitanti nel Regno Unito sono stati seguiti per mortalità cardiovascolare e per mortalità per qualsiasi causa per una mediana di 15.7 anni.

Al basale, tutti i pazienti arruolati nel braccio riduzione della pressione arteriosa ( BPLA ) di ASCOT sono stati assegnati in modo casuale a ricevere il trattamento di abbassamento della pressione a base di Amlodipina o Atenololo.

Di questi pazienti, quelli che avevano un colesterolo totale di 6.5 mmol/l o inferiore e nessun precedente trattamento ipolipemizzante sono stati sottoposti a ulteriore randomizzazione per ricevere Atorvastatina oppure placebo come parte del braccio ipolipemizzante ( LLA ) di ASCOT. I restanti pazienti costituivano il gruppo non-LLA.
Due medici hanno giudicato in modo indipendente tutte le cause di morte.

Su 8.580 pazienti nel Regno Unito in ASCOT, 3.282 ( 38.3% ) sono deceduti, tra cui 1.640 ( 38.4% ) su 4.275 assegnati al trattamento a base di Atenololo e 1.642 ( 38.1% ) su 4.305 assegnati al trattamento a base di Amlodipina.
1.768 dei 4.605 pazienti nel braccio ipolipemizzante sono deceduti, tra cui 903 ( 39.5% ) su 2.288 pazienti assegnati a placebo e 865 ( 37.3% ) su 2.317 pazienti trattati con Atorvastatina.

Tra tutti i decessi, 1.210 ( 36.9% ) erano dovuti a cause cardiovascolari. Tra i pazienti nel braccio riduzione della pressione arteriosa, non vi è stata alcuna differenza generale nella mortalità cardiovascolare tra i trattamenti ( hazard ratio aggiustato, aHR 0.90, P=0.0776 ), sebbene si siano verificati significativamente meno morti da ictus ( aHR 0.71, P=0.0305 ) nel gruppo di trattamento a base di Amlodipina rispetto al gruppo di trattamento a base di Atenololo.

Non c'è stata interazione tra l'assegnazione del trattamento nel braccio riduzione della pressione e nel braccio ipolipemizzante.
Tuttavia, nei 3.975 pazienti nel gruppo non-ipolipemizzante, ci sono stati meno decessi cardiovascolari ( aHR 0.79, ​​P=0.0046 ) tra quelli assegnati al trattamento a base di Amlodipina rispetto al trattamento a base di Atenololo ( P=0.022 per il test di interazione tra i due trattamenti di pressione arteriosa e l'assegnazione al braccio ipolipemizzante o no ).

Nel braccio ipolipemizzante, un numero significativamente inferiore di decessi cardiovascolari ( HR 0.85, P=0.0395 ) si è verificato tra i pazienti assegnati a statina rispetto a quelli assegnati al placebo.

I risultati hanno mostrato gli effetti benefici a lungo termine sulla mortalità del trattamento antipertensivo con un regime terapeutico a base di un bloccante dei canali del calcio ( calcioantagonista ) e del trattamento ipolipemizzante con una statina: i pazienti trattati con Amlodipina hanno avuto meno decessi per ictus e i pazienti trattati con Atorvastatina hanno avuto meno decessi cardiovascolari più di 10 anni dopo la chiusura dello studio.

Complessivamente, lo studio ASCOT Legacy supporta l'idea che gli interventi per la pressione arteriosa e il colesterolo siano associati a benefici a lungo termine sugli esiti cardiovascolari. ( Xagena2018 )

Gupta A et al, Lancet 2018; 392: 1127-1137

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